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Comune di Brzeszcze
Secondo la tradizione orale, il nome della località di Brzeszcze deriva dalla parola brzost (olmo montano) – albero appartenente alla famiglia delle ulmacee, in passato molto frequente nelle zone adiacenti al fiume Vistola. Sia Brzeszcze che i villaggi vicini furono fondati in base al diritto tedesco nel corso del medioevo. L’insediamento più antico presente sul territorio comunale è Jawiszowice, menzionata negli elenchi degli oboli di San Pietro del 1326. I primi cenni relativi agli altri villaggi risalgono al XV secolo. Brzeszcze fece la sua comparsa su documenti ufficiali nel 1443, Przecieszyn nel 1445, Skidziń nel 1454 e Wilczkowice nel 1457. Tutte queste località, a partire dalle prime menzioni nelle fonti storiche, condivisero le sorti del Ducato di Oświęcim, sorto tra il 1315 ed il 1317, in seguito alle suddivisioni dinastiche della linea dei Piast della Slesia. Nel 1457, quando il ducato passò al re di Polonia, anche la città di Brzeszcze entrò a far parte dei suoi possedimenti, divenendo terra della corona. Sin dall’inizio, gli abitanti di Brzeszcze e dei villaggi situati nelle vicinanze si dedicarono principalmente all'agricoltura ed all'allevamento di bestiame e pecore. Soltanto la realizzazione degli stagni, menzionati per la prima volta nel 1473, apportò una modifica alla stile di vita della popolazione. In seguito alla prima spartizione della Polonia, nel 1772, il territorio dell’antico ducato di Oświęcim (ed insieme a quest’ultimo anche la cittadina di Brzeszcze) passò all’Austria. I beni della corona furono confiscati dal governo austriaco, che nel 1778 vendette Brzeszcze a Federico Dunin del Cigno (Fryderyk Dunin herbu Łabędź) ed a sua Moglie Sofia de’ Małachowski (Zofia z Małachowskich). Nel 1794, dopo la morte di Sofia Dunin, Brzeszcze passò all’italiano Camillo Domenico Gherri,
medico di corte del re di Polonia Stanislao Augusto Poniatowski. Quando, nel 1814, Gherri morì, il villaggio divenne proprietà di Vittoria Klose, figlia di Federico Klose (allora proprietario di Przecieszyn, Skidziń e Wilczkowice), ma allevata dallo stesso Gherri. Vittoria Klose, che in seguito acquisì il cognome Mieroszewska, assunse un ruolo particolare nella memoria dei contadini del luogo. La donna, infatti, ridusse il fitto ed insegnò a leggere e scrivere ai figli degli agricoltori. Nel 1822, Wiktoria Mieroszewska - decisa ad ottenere in cambio la chiave di Chrzanów – concesse Brzeszcze, Przecieszyn e Wilczkowice all'arciduca
Carlo Ludovico Asburgo, che a sua volta, nel 1924, donò il proprio patrimonio all'Accademia Polacca delle Arti e delle Scienze di Cracovia. Brzeszcze fu proprietà dell’Accademia fino al dicembre 1945. In quel momento i terreni arabili furono suddivisi tra i braccianti
ed i piccoli proprietari terrieri, mentre gli stagni passarono sotto il controllo dell’Azienda Statale per la Pesca.
Dopo il 1945, la località andò incontro ad una fase di sviluppo dinamico. La miniera fu ampliata ed il numero di abitanti aumentò. Nel 1954, Brzeszcze fu promossa a borgata, ed il 7 luglio 1962 ottenne i diritti di città. Nel periodo compreso tra il 1975 ed il 1998, il comune fece parte del
Voivodato di Katowice. A partire dal gennaio 1999, la località appartiene alla provincia di Oświęcim ed al voivodato di Małopolska.
Multimedialne obchody 50-lecia praw miejskich Brzeszcz narzędziem promocji gminy Brzeszcze
Operacja finansowana przez Unię Europejską ze środków finansowych Europejskiego Funduszu Rybackiego zapewniającą inwestycje w zrównoważone rybołóstwo